Furto identita: rubano l’identità di Tremonti “era una burla”

Furto identita: rubano l’identità di Tremonti “era una burla”
UN TRENTENNE di Pontassieve, professionista «titolare di partita Iva» specifica la Guardia di Finanza, e un suo amico di Torino: sono i presunti responsabili del furto di indentita del ministro dell’Economia e delle Finanze professor Giulio Tremonti.
Avrebbero aperto un falso profilo Facebook del ministro, capace di calamitare in poco tempo quasi «5000 contatti». Già questo integra il reato di sostituzione di persona.
Attenzione, l’esempio insegna due cose fondamentali:
1) La pericolosità del furto d’identità on-line non sta nel gesto in se ma nelle problematiche di tipo relazionali/reputazionali che si vengono a creare quando “l’impostore” interagisce con i social network e con le community on-line e non.
2) Se si legge l’ultima riga della fonte dell’articolo, si nota “rischiano forse anche le aziende presso le quali erano avvenute le connessioni”.Questo significa che, codice penale alla mano, ogni azienda deve dotarsi di procedure di controllo e tutela verso un utilizzo fraudolento delle proprie connessioni da parte di addetti (dipendenti o meno) che agiscono dall’interno della propria rete aziendale. Stesso dicasi nel caso di “esperti informatici” che riescano ad entrare nelle rete aziendale e da questa agire verso l’esterno.
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